
Il Molise esiste e mena forte, secondo la vulgata dell’olimpionica di Tokyo nel judo Maria Centracchio.
Ma il Molise esiste e va forte anche a canestro. Lo fa nella nazionale femminile, che domani sera contro la Grecia inizierà il suo percorso verso gli Europei del 2025, con la playmaker californiana ma di origini molisane (di Carovilli) Gina Conti.
Nel roster azzurro affidato ad un altro molisano – il commissario tecnico venafrano Andrea Capobianco – l’esterna ‘carovillese’ vive un sogno ad occhi aperti.
«Sono onorata e piena di gratitudine – spiega – ed il poter avere come commissario tecnico un allenatore di Venafro è un’ulteriore opportunità».
In questo giro virtuale della ventesima regione, sabato la regista azzurra si è confrontata in casa con Sesto San Giovanni contro la Magnolia Campobasso. «È stata un’ulteriore particolarità forte – spiega – e, al ritorno, a marzo sarà bello poter avere i miei cugini in tribuna a seguirmi».
Proprio a Carovilli Conti è stata già due volte: «Nel 2005 e nello scorso agosto prima di iniziare la preparazione con la Geas. Da mio padre e dai miei nonni ho sentito parlare tante volte in italiano ed in dialetto».
E così elenca tutta una serie di parole, tra cui un primis ‘caciocavallo’: una vera e propria icona della molisanità.

(foto Ceretti / Italbasket)
«La mia spiega – entrando nel merito della sua passione per il basket – è una famiglia molto sportiva. Mio padre giocava a basket e poi al college ha scelto di fare football americano. Con le mie due sorelle ci siamo divise tra basket e pallavolo. Quando eravamo a casa, giocavamo col canestro in giardino. Poi, quando c’è stata la chiamata del college, ho avuto modo di rivivere dentro di me le parole di mio padre, ossia ‘perché non tu’ (e cioè why not you) ed il suo orgoglio per una simile opportunità».
«Un orgoglio ancora più evidente quando ho firmato il mio primo contratto professionale con la Geas e mi sono proiettata sull’A1. Sono grata di essere in Italia e sto lavorando duramente per rendere più concreta questa opportunità».
«In Italia – prosegue – ho parenti anche a Vasto e Roma e nella mia famiglia c’è grande unità e mi seguono con grande passione. Il mio sogno? Riuscire magari un giorno a poter essere a Carovilli ad insegnare basket ai più piccoli e vederli giocare».
Con la maglia azzurra non si pone obiettivi a stretto giro tra Europei, Mondiali ed Olimpiadi. «Mi piacerebbe centrare tanti traguardi, ma soprattutto crescere ulteriormente come persona e come cestista. Questo sarebbe stupendo».
In tal senso, per Conti, importante è il rapporto con i coach, in azzurro il ‘corregionale’ (e commissario tecnico) Andrea Capobianco, col club Cinzia Zanotti, presente anche con la nazionale come assistente, assieme a Vincenzo Di Meglio, del cittì.
«Coach Capobianco mi aiuta ed è sempre prodigo di consigli ed abbiamo anche parlato della nostra vicinanza regionale (quaranta chilometri, sottolinea, ndr). Lo stesso con Cinzia. Entrambi stanno concorrendo a farmi divenire una migliore giocatrice sul campo e, al tempo stesso, una persona sempre più in crescita anche al di fuori».