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Back in time, conosciamo Tonino Bernardo

18 Aprile 2025

Si chiama ‘Back in time’ ed è la rubrica mensile che molise.fip.it vuol dedicare ai ‘tecnici senatori’ del territorio per ricevere da loro aneddoti, spunti ed anche momenti in grado di far vivere il basket con maggiore naturalezza e serenità.

In cinque capitoletti – l’avvicinamento al basket, il ricordo cestistico più bello, il momento più divertente, le prospettive future ed un consiglio per i giovani coach del territorio – racconti e riferimenti in grado di portarci verso una linea ideale di congiunzione tra diversi momenti proiettati nel tempo

Primo protagonista Tonino Bernardo, coach della New Fortitudo Isernia al via nel torneo di C interregionale per la Division N della Conference Centro.

L’avvicinamento al basket

Un avvio proprio preistorico, da quel che devo intendere. Il primo incontro col basket è stato quando frequentavo le elementari. Dietro l’istituto San Giovanni Bosco ad Isernia c’erano due campetti: uno per il calcio in sterrato, l’altro per il basket in catrame. Poiché il fronte calcistico era particolarmente fisico con tanti contrasti rudi, mi son detto per non tornare sempre con le ginocchia sbucciate e ricevere le reprimende dei miei genitori, è il caso di proiettarsi sul basket. E tira oggi, tira domani è scoppiata la mia passione per la palla a spicchi. Peraltro, passare i miei pomeriggi lì era anche una certezza per i miei genitori perché sapevano dove mi trovavo. Con il mio SuperSantos giocavo a buttare la palla in quello che, peraltro, era un anello molto particolare, dalla forma di quadrato ed anche di legno

Il ricordo più bello con la palla a spicchi

Come posso fare a sceglierlo: ce ne sono talmente tanti. Ma se proprio devo isolarne uno, sempre in quegli anni delle elementari c’era un signore di Campobasso, di cui purtroppo non ricordo il nome, che veniva sul campetto e ci faceva lavorare sui singoli fondamentali cestistici a partire dal palleggio. Questo ricordo però fa il paio con un altro episodio, avvenuto tra il 1975 ed il 1977, quando ci imponemmo in cinque contro due a Gaeta contro la squadra pontina. Partimmo in dieci, ma uno Antonello Di Pasquale aveva dimenticato il documento di riconoscimento a casa e non partecipò così alla partita. Durante la gara, complici i falli commessi, ci ritrovammo solo io e Giuseppe Fortini e riuscimmo a portare a casa la partita. Giuseppe aveva un’apertura alare clamorosa, tale da consigliare i nostri avversari di provare il tiro da fuori per evitare le stoppate. Ma gli errori si susseguivano, Giuseppe raccoglieva rimbalzi e mi lanciava in contropiede per canestri ad alta percentuale

Il momento più divertente

Sempre sul Tirreno, ma a Formia, durante un torneo estivo in cui ci confrontavamo con una squadra di americani in forza ad una base Nato della zona. Un incrocio impari in considerazione della loro fisicità. Abbiamo difeso a zona tutta la partita. Io di fronte avevo un elemento oltre i 190 centimetri e mi dicevo come faccio a prendergli la palla. Mi ricordo che abbiamo sbagliato una transizione, loro sono partiti in contropiede, ma sono riuscito a recuperare la palla, anticipando il mio avversario e passando la palla a Mauro Giancola, che si era attardato sotto il loro canestro. Gli lancio la palla e su di lui, che intanto si era girato per provare a tirare, è rinvenuto il lungo, determinato a bloccarlo. Lui, per paura che gli finisse addosso, si è ‘fatto piccolo’ e l’avversario ha finito per scavalcarlo come nell’esercizio della cavallina e così Mauro riuscì a tirare e fare canestro. La reazione della folla fu unica con tanti applausi per il nostro ‘basket champagne’

I progetti per il futuro

Parlare di futuro è un po’ particolare per me. Sono in un’età cestisticamente avanzata. E non so se, nella prossima stagione, mia moglie mi lascerà spazio per tornare in palestra, considerando che sia i fine settimana con le gare che durante la settimana con gli allenamenti, sono sempre impegnato. Però, dentro di me, è forte la speranza di esserci sempre

Il consiglio per i giovani coach del territorio

Lo stesso di cui faccio partecipe chi, come Lorenzo Fummo, mi segue e lavora a stretto contatto con me. Il basket è fondamentalmente un gioco semplice. Inutile perdersi sugli orpelli, bisogna invece concentrarsi sugli aspetti basilari